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Magda Negri

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Sono una partitista, lo confesso, di formazione Pci.
Amo i movimenti, fucina di idee e soggettività, ma temporanei che non possono né devono sostituire i partiti.
Amo i partiti che assolvono alla loro funzione vera, andare al governo per realizzare le richieste e i bisogni dei loro elettori.
Non amo i partitini personali, teatro di ceto politico in servizio permanente ed effettivo, possibilmente in parlamento.
Il PD del 2007, il Pd vero, ha il compito di organizzare in 4 anni un blocco sociale e un programma riformista profondo per sconfiggere la destra attuale.
Qualcuno incomincia a non crederci più e se ne va.
E' un dolore personale per tanti amici e compagni.
Anche Borghi ha fatto questa scelta.
Ripeto quello che ho scritto tante volte.
Le battaglie di minoranza si fanno, dentro, con la durezza che comportano.
I grandi partiti europei vivono così .. e sono punto di riferimento stabile per i ceti che vogliono rappresentare.
Non basta un congresso perso per concludere che tutto è perduto..
Io non ho votato Schlein, non la rivoterei ora, ma continuo con convinzione a lavorare per il PD in cui credo.
Spero che il nuovo gruppo dirigente abbia la intelligenza e la responsabilità di tenere unito il partito.
Che non ripercorrano, pur giovani, vecchissime strade.

 

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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