Abbiamo scelto in Piemonte una campagna iper-identitaria sulla piemontesità da opporre alla Lega, una sorta di visitor lombardo che si insinua nel Piemonte sabaudo, e allo stesso tempo una campagna fortissimamente radicata sull'elettorato tradizionale di centrosinistra e sugli insediamenti più prevedibili. Per vincere, si dice, bisogna mobilitare al massimo gli elettori fedeli a Torino, a Cuneo e ad Alessandria e indurre gli elettori del centrodestra, a disagio con la candidatura di Cota, a una sofferta astensione. Mobilitazione dei nostro vs astensione di settori del centrodestra. Secondo le analisi del Cattaneo e di D'Alimonte, in assoluto, ma specialmente in questa campagna elettorale, non è possibile alcun travaso di voti. Se è così, non c'è da sforzarsi troppo, Bersani andrà nelle zone classiche di crisi industriale: i temi della campagna elettorale sono scontati. Ma una parte dei dirigenti non ci sta. Quelli che sono in trincea davvero, a Novara, Biella, Verbania, Vercelli , rifiutano le parole d'ordine del Comitato regionale, non ci stanno a fare i colonizzati impotenti del centrodestra lombardo. Migliavacca ascolta, ha una posizione più equilibrata e sembra determinato a non abbandonare del tutto la periferia dell'impero. Manderemo lì Bersani e ci sarà uno sforzo specifico di campagna telefonica e spot su radio e televisioni private. Se la forbice fra centrodestra e centrosinistra resta troppo grande nel Piemonte settentrionale, lo stesso risultato elettorale potrebbe essere a rischio. Ma è difficile far capire questo ai torinesi, che come sempre dominano il Comitato regionale. Circola un incarnato ottimismo. Sentiamo già la vittoria. Stranamente, però, tutti i sondaggi sull'attesa del risultato fatti tra i cittadini dicono che i piemontesi si aspettano una vittoria del centrodestra. I due rilevamenti non combaciano. Nel frattempo, se non ci auto governiamo un po', l'esaltazione dell'autonomismo piemontese potrebbe riesumare oltre a Covour, anche i Savoia.
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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione
Venerdì 26 febbraio 2016 Sala Viglione, Palazzo Lascaris Via Alfieri 15 Torino
Presiede: Magda Negri
Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando
Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.