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Magda Negri

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Corriere della Sera, 11 febbraio 2008 - Enrico Morando - «Apprezzo quei toni, sono bipolarista. L'ex Cdl sa che il nuovo siamo noi»

ROMA - Enrico Morando, lei che da buon ulivista si batte da sempre per una semplificazione del sistema, come accoglie i complimenti che, in modi diversi, fanno al Pd sia Berlusconi sia Tremonti?

«Mi sembrano toni buoni. L'invito del leader del centrodestra a votare per il Pdl o per il Pd è di buon auspicio per chi, come me, crede fermamente nel bipolarismo».

Non le sembra strano, proprio all'avvio della campagna elettorale?

«Credo che dietro quelle affermazioni ci sia la consapevolezza che il Pd è una vera novità. Sanno bene che è un mutamento di qualità e cercano di adeguarsi».

Creando anche nel centrodestra un partito unitario?

«Ce lo auguriamo, anche se per ora appare una mera alleanza elettorale».

Non è spostare il discorso dai contenuti al contenitore?

«No. Basta fare un esempio. Parlano di riforme? Bene. Abbiano allora la forza di stringere un patto con noi: la promessa di cambiare i regolamenti parlamentari in modo che i nuovi gruppi di Camera e Senato restino fedeli allo schieramento con il quale si sono presentati agli elettori».

Fa bene quindi Berlusconi a invitare tutti i suoi alleati ad entrare nel Pdl, compresa l'Udc?


«Non c'è dubbio che al Paese farebbe bene avere due forze: aiuterebbe ad uscire da un clima di guerra civile, dalle coalizioni coatte per battere l'avversario, per passare ad uno scontro vero, sui programmi».

Che cosa consiglierebbe quindi a Veltroni?

«Di non chiudere la porta al dialogo, dopo il voto. Sperando che nel frattempo anche sull'altra sponda sia nato davvero un nuovo partito».

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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