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Magda Negri

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Il Presidente Mattarella ha usato parole potenti e fortemente impattanti per descrivere l'origine della guerra contemporanea, la sua inaspettata crudeltà e la scia di odio che lascerà nella memoria delle generazioni.
Nè ha trascurato di parlare delle fragilità e delle intollerabili ingiustizie che le persone vedono e vivono.
Infine la sfida del terzo millennio.
Resterà nella Storia.
Tecnologia e libertà.
Partecipazione come condizione del controllo democratico.
Forse il suo discorso più importante e denso.
Facile capire il peso.. la preoccupazione che queste parole contengono.
Dall’altra parte della geografia e della storia i presidenti di Russia, Cina e dello Stato d’Israele hanno proclamato la determinazione di continuare le guerre e le violenze in corso, nonostante il parere dell' ONU e delle opinioni pubbliche.
Un regalo di fine anno promesso al mondo.
Le guerre continueranno… è un’ altra si minaccia se l’unità del territorio cinese non avverrà, come vuole il presidente Xi.
Benvenuti nel 2024.
 
 
Fabio Martini da Fb:
 
"MATTARELLA, L'ULTIMA PERSONALITA' DELLA PRIMA REPUBBLICA ANCORA IN CAMPO, CONOSCE I FONDAMENTALI DELLA POLITICA, (OGGI DIMENTICATI) E L'ASPETTO PIU' RILEVANTE DEL DISCORSO E' L'OMISSIONE SU RIFORME CHE LO RIGUARDANO. IL GARANTE
DEL SISTEMA NON INTERFERISCE. UNA LEZIONE MAGISTRALE
Si dimentica sistematicamente che il Capo dello Stato si è formato e ha fatto il ministro negli anni della Prima Repubblica e di quella stagione ha introiettato la conoscenza dei fondamentali della politica, le leggi scritte e non scritte oggi quasi dimenticate da leader che si legittimano nella delegittimazione degli avversari. Sergio Mattarella ha evitato riferimenti o vaghe allusioni alle riforme istituzionali, che finirebbero per toccare i poteri del Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato non interferisce sul processo legislativo e tantomeno su una riforma costituzionale. Ha solo espresso un concetto generale, "Uniti siamo forti". Una lezione magistrale di un uomo di Stato. L'unico."

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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